Gli #8000esiliatifaseb gae
si raccontano
Dopo anni di studio e di gavetta finalmente ci siamo: la Legge 107,
nota come “buona” scuola, prevede un piano straordinario di assunzioni per
stabilizzare i docenti che da decenni entrano quotidianamente nelle classi di
tutta Italia.

Un algoritmo ci ha “ingabbiati dal Tevere al Tagliamento”, lontani dalle nostre famiglie e dalla nostra terra nella quale abbiamo
sempre lavorato.
Le cattedre che ricoprivamo in provincia per noi sono “sparite”,
poi sono ricomparse, a distanza di due mesi, in una fase successiva alla nostra
assunzione e assegnate a chi ha poca esperienza o non ne ha affatto.
In sostanza, l’avere un punteggio elevato, pluriabilitazioni e
specializzazioni ci ha penalizzati e un click ha cancellato la nostra vita
professionale e familiare.
Domenico, 45 anni, docente
di italiano e latino, da Catania a Pordenone sul sostegno delle scuole medie
“ho una bimba di 9 mesi e la mia famiglia è monoreddito”.
Tiziana, 45 anni, docente
di Inglese alle superiori, da Potenza a Reggio Emilia sul sostegno delle scuole
medie “ho dovuto mettermi in aspettativa perché mio figlio di 5 anni non
sopportava la mia lontananza”.
Teresa, 34 anni, docente
di italiano alle scuole medie, dalla provincia di Matera a Roma sul sostegno
delle scuole medie “per prendere servizio ho dovuto lasciare i miei due bimbi
di 8 mesi e 3 anni e “dividerli” tra le nonne”.
Nella, 47 anni, docente
che ha sempre prestato servizio sul sostegno delle scuole superiori, assunta da
Siracusa a Firenze su C050 (laboratorio di agraria) “se avessi voluto passare
di ruolo a 1000 km, lo avrei fatto già 12 anni fa. Non voglio lasciare la mia
famiglia e i miei alunni; un alunno con difficoltà ha bisogno di continuità
didattica e di una figura di riferimento”.
Elisa, 41 anni, insegnante
elementare, da Ancona a Venezia su posto di sostegno “mio figlio ha 13 anni,
non potrei mai sottrarlo ai suoi affetti”.
Alessandra, 48 anni, insegnante
di scuola dell’infanzia, da Macerata a Mantova su posto di sostegno “valigia a
tempo indeterminato, come lo spiego a mia figlia?”
Antonella e Mirella, docenti di Scienze naturali alle superiori, dal cuore della Calabria a
Roma per insegnare matematica alle scuole medie “nella nostra provincia non c’è
stato mai un ruolo disponibile sulla nostra disciplina, a distanza di due mesi
queste cattedre spuntano miracolosamente nel potenziamento e vengono assegnate
a chi aveva un decimo del nostro punteggio”.
Angela, Filomena, Mimma,
Rossella non sono sposate, ma dichiarano con veemenza “amiamo la nostra
terra, abbiamo scelto di restare, non accettiamo che un algoritmo cambi la
nostra vita”.
Dalle h.00.01 del 2 settembre 2015 non abbiamo più un’identità, ma
ci riconosciamo negli #8000esiliatifaseb gae, docenti che hanno dedicato una
vita all’insegnamento nella propria provincia ed ora ricevono picche: tutto
azzerato, famiglie disgregate.
Tutto questo si sarebbe
potuto evitare se all’atto dell’assunzione non fosse stata concessa priorità a
chi risultava idoneo al concorso 2012 e, soprattutto se i posti di
potenziamento, già previsti dalla Legge 107, fossero stati messi a disposizione
di tutti i docenti e non di alcuni, da settembre; tale operazione avrebbe
rispettato e garantito il legittimo scorrimento delle graduatorie provinciali
dei docenti di qualsiasi ordine e grado.
A settembre saremo ancora
raminghi per l’Italia perché, anche nella domanda di trasferimento, sono stati
concessi dei privilegi ai docenti che, volontariamente, nel 2014 avevano scelto
di cambiare provincia.
Non svolgiamo tutti lo
stesso lavoro?
Crediamo che la disparità
di trattamento subita sia così grande da aver costituito un Comitato, che
porterà questa Legge smembra famiglie dinnanzi alla Corte Costituzionale.
Nike
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