mercoledì 6 luglio 2016

C’erano una volta le graduatorie….


Gli #8000esiliatifaseb gae si raccontano    


Dopo anni di studio e di gavetta finalmente ci siamo: la Legge 107, nota come “buona” scuola, prevede un piano straordinario di assunzioni per stabilizzare i docenti che da decenni entrano quotidianamente nelle classi di tutta Italia.

Qualcosa però non deve aver funzionato se un algoritmo ha collocato circa 8000 docenti meridionali, che occupavano le prime posizioni delle rispettive graduatorie provinciali, da Roma a Pordenone senza salvaguardare la professionalità docente espressa dal punteggio maggiore in graduatoria né il principio di territorialità!

Un algoritmo ci ha “ingabbiati dal Tevere al Tagliamento”, lontani dalle nostre famiglie e dalla nostra terra nella quale abbiamo sempre lavorato.

Le cattedre che ricoprivamo in provincia per noi sono “sparite”, poi sono ricomparse, a distanza di due mesi, in una fase successiva alla nostra assunzione e assegnate a chi ha poca esperienza o non ne ha affatto.

In sostanza, l’avere un punteggio elevato, pluriabilitazioni e specializzazioni ci ha penalizzati e un click ha cancellato la nostra vita professionale e familiare.

Domenico, 45 anni, docente di italiano e latino, da Catania a Pordenone sul sostegno delle scuole medie “ho una bimba di 9 mesi e la mia famiglia è monoreddito”.

Tiziana, 45 anni, docente di Inglese alle superiori, da Potenza a Reggio Emilia sul sostegno delle scuole medie “ho dovuto mettermi in aspettativa perché mio figlio di 5 anni non sopportava la mia lontananza”.

Teresa, 34 anni, docente di italiano alle scuole medie, dalla provincia di Matera a Roma sul sostegno delle scuole medie “per prendere servizio ho dovuto lasciare i miei due bimbi di 8 mesi e 3 anni e “dividerli” tra le nonne”.

Nella, 47 anni, docente che ha sempre prestato servizio sul sostegno delle scuole superiori, assunta da Siracusa a Firenze su C050 (laboratorio di agraria) “se avessi voluto passare di ruolo a 1000 km, lo avrei fatto già 12 anni fa. Non voglio lasciare la mia famiglia e i miei alunni; un alunno con difficoltà ha bisogno di continuità didattica e di una figura di riferimento”.

Elisa, 41 anni, insegnante elementare, da Ancona a Venezia su posto di sostegno “mio figlio ha 13 anni, non potrei mai sottrarlo ai suoi affetti”.

Alessandra, 48 anni, insegnante di scuola dell’infanzia, da Macerata a Mantova su posto di sostegno “valigia a tempo indeterminato, come lo spiego a mia figlia?”

Antonella e Mirella, docenti di Scienze naturali alle superiori, dal cuore della Calabria a Roma per insegnare matematica alle scuole medie “nella nostra provincia non c’è stato mai un ruolo disponibile sulla nostra disciplina, a distanza di due mesi queste cattedre spuntano miracolosamente nel potenziamento e vengono assegnate a chi aveva un decimo del nostro punteggio”.

Angela, Filomena, Mimma, Rossella non sono sposate, ma dichiarano con veemenza “amiamo la nostra terra, abbiamo scelto di restare, non accettiamo che un algoritmo cambi la nostra vita”.

Dalle h.00.01 del 2 settembre 2015 non abbiamo più un’identità, ma ci riconosciamo negli #8000esiliatifaseb gae, docenti che hanno dedicato una vita all’insegnamento nella propria provincia ed ora ricevono picche: tutto azzerato, famiglie disgregate.  

Tutto questo si sarebbe potuto evitare se all’atto dell’assunzione non fosse stata concessa priorità a chi risultava idoneo al concorso 2012 e, soprattutto se i posti di potenziamento, già previsti dalla Legge 107, fossero stati messi a disposizione di tutti i docenti e non di alcuni, da settembre; tale operazione avrebbe rispettato e garantito il legittimo scorrimento delle graduatorie provinciali dei docenti di qualsiasi ordine e grado.

A settembre saremo ancora raminghi per l’Italia perché, anche nella domanda di trasferimento, sono stati concessi dei privilegi ai docenti che, volontariamente, nel 2014 avevano scelto di cambiare provincia.

Non svolgiamo tutti lo stesso lavoro?

Crediamo che la disparità di trattamento subita sia così grande da aver costituito un Comitato, che porterà questa Legge smembra famiglie dinnanzi alla Corte Costituzionale.             
                                                                                                                                                         Nike

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