lunedì 15 agosto 2016

Sono Maria Grazia, figlia di un' insegnante assunta in Fase B da GaE


    
Sono Maria Grazia, una ragazzina di 13 anni, figlia di una mamma e maestra meravigliosa. Ricordo tutti gli sforzi che la mia mamma ha dovuto fare per diventare insegnante. Studiava sempre ed io anche se ero piccola ero fiera di lei perché si era cimentata in una seconda laurea e nella specializzazione nel sostegno per inseguire il suo sogno. Iniziò così il grande percorso per diventare insegnante di sostegno alla scuola dell’infanzia, ha dovuto studiare per 5 anni prima di realizzare il suo sogno. Un bel giorno però la chiamò una scuola e mamma era piena di gioia. Era una maestra precaria ed ogni anno era costretta a lasciare i suoi bimbi del sostegno e naturalmente le lacrime non mancavano.

In realtà il lavoro per la mia mamma è una faticosa gioia.

L’estate scorsa si incominciò a parlare di una domanda da fare che forse le avrebbe dato il ruolo ma in qualsiasi parte d’Italia. Lei era molto indecisa ma il Governo sosteneva che le graduatorie sarebbero state cancellate e lei non avrebbe più potuto lavorare. Alla fine ha spedito la domanda con le lacrime agli occhi. I miei pianti da quel giorno furono numerosi. In una notte della scorsa estate seppe di essere stata mandata da Fermo nelle Marche a Mantova. Quella fu la notte più brutta della mia vita. Avrei dovuto lasciare tutto: i miei amici, i miei nonni, mio padre, la mia scuola, il mio mare e la mia vita …

Quell’estate fu tremenda! Sapevo però che almeno per quell’anno io e la mia mamma saremmo rimaste a casa. Ogni giorno è stato l’avvicinarsi alla partenza.

Quest’anno però sono state ridate le sedi e a mia madre è stata assegnata la provincia di Ferrara ma sembrava quasi certo che ci sarebbero state le assegnazioni provvisorie: erano una piccola luce ma a noi bastava per sperare di rimanere ancora insieme. Così ho incominciato ad essere fiduciosa e a non piangere più. In realtà sbagliavo perché oggi 14 agosto so che mia madre quasi sicuramente partirà. Io però non potrò andare con lei. Perché? Perché oggi a pochi giorni dalla partenza mia madre non sa ancora dove esattamente andrà a lavorare e questo significa che in pochissimo tempo dovrà organizzarsi ed andare magari in una pensione per questo io non potrò seguirla. Forse col tempo avremo una casa dove vivere io, mamma e la nostra cagnolina ma dovrò comunque lasciare tutto e cambiare scuola a metà anno.

Quest’anno sarà un vero incubo.

Io pretendo ed ho il diritto di vivere dove sono nata, di stare con la mia famiglia, di non lasciare mia madre e di continuare a stare con i miei amici.

Con le lacrime agli occhi dovrò aspettare il sabato per riabbracciare mia madre per un solo giorno.

Posso dire solo che questa situazione non la auguro a nessuno.


Maria Grazia Romagnoli, 13 anni, figlia di un’insegnante assunta in fase B da Gae da Fermo a Ferrara.      

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